committente: Ater Roma
in collaborazione con:
arch. Alessandra Montenero, arch. Marco Tamburini, ing. Francesco Sylos Labini, Daniele Barletta, arch. Valerio Bramucci, dott. Roberto Turi, arch. Daniele Frediani, arch. Paola Piermattei, arch. Martina Morino, arch. Stefania Dragone, arch. Carlo Mattioli, arch. Claudia Calice; artista : Carlo Lorenzetti.
La trasformazione di Corviale obbliga a riflettere sul ruolo che il simbolo che esso rappresenta può assumere come centro attrattivo di nuove attività e di innovazione tecnologica.
Gli obiettivi (ricomposizione del tessuto urbano, restituzione di una centralità al quartiere) e i criteri (flessibilità delle scelte progettuali, gerarchizzazione delle percorrenze, unitarietà del disegno complessivo, articolazione per fasi) adottati nella proposta, trasformano l'attuale desolazione in luoghi carichi di significato e ad avviare un processo di rigenerazione con la partecipazione e condivisione delle scelte con i residenti.
Da confine, l’edificio diviene luogo di passaggio, in riferimento agli elementi che compongono i tradizionali sistemi di delimitazione della città: le porte, il vallo, la cinta muraria, il pomerio.
Affinché il budget iniziale sia una scintilla efficace per la rigenerazione, il progetto prevede che nel lungo periodo venga introdotta, con l’inserimento di nuovi abitanti, una differenziazione sociale che inneschi un modello di guadagno per il finanziamento degli interventi, per la creazione del parterre di servizi e per l’allargamento del loro bacino di utenza.
I punti focali della proposta riguardano:
⦁ un nuovo rapporto fra Corviale e il territorio: un sistema di percorsi longitudinali e di attraversamenti trasversali innerva i luoghi attrattivi, sostenendo la nascita di una nuova centralità.
⦁ una progettazione attenta al disegno urbano, al potenziamento e alla ricollocazione dei servizi alle persone e alla valorizzazione delle aree verdi.
⦁ una ridistribuzione delle funzioni e degli spazi al piano terra che vengono resi permeabili attraverso lo spostamento delle cantine sul tetto, combinate in un sistema di blocchi energeticamente autosufficienti; il rinnovamento delle sale condominiali a servizio di attività comuni e di intrattenimento.
⦁ la nascita della nuova comunità: un rovesciamento dei processi di pianificazione e gestione che preveda non più una partecipazione dei cittadini alla formazione degli strumenti tecnici, quanto piuttosto la costruzione di un Quadro Strategico di Comunità (QSC).