La localizzazione dell’intervento è all’interno della città storica, a ridosso della Domus Aurea. Una situazione particolare ed affascinante di un edificio ad un piano affacciato su un ampio giardino, circondato dal verde consolidato di palazzo Brancaccio e da un muro che lo allontana dalla strada, condizione atipica all’interno di Roma.
La sala è stata progettata per fornire un’immagine di calore e accoglienza, per mettere la clientela a proprio agio in un ambiente elegante e allo stesso tempo informale. La nostra idea è quella di avere alcuni elementi che la caratterizzino, come sfondo di un’esperienza completa in cui anche l’ambientazione assuma un ruolo coerente con la proposta culinaria. Abbiamo cercato un equilibrio tra alcuni tratti contemporanei e altri più classici.
Intorno agli elementi strutturali, addossate ai pilastri, si immagina di progettare le console di servizio, di forma squadrata, in legno chiaro trattato ad olio, con cassetti e sportelli per contenere il necessario al servizio in sala e con un piano a circa un metro di altezza che può essere utilizzato o per appoggiare oggetti di pregio e composizioni floreali o per effettuare il servizio stesso. A fare da bilanciamento agli elementi a terra, dei collari di luce abbracciano i pilastri per illuminare il soffitto da un lato e le console dall’altro.
La grande vetrata a giorno che separa la cantina dalla sala (circa 3500 bottiglie). Tale diaframma, spogliato degli infissi lascia al vino il posto di protagonista visivo della parete di fondo. Questi elementi rimangono invariati nelle tre soluzioni distributive che proponiamo.
Gli elementi di arredo e di decorazione, dalle sedie ai lampadari, sono stati scelti per sottolineare l’accoglienza del locale. Forme morbide, suadenti che accompagnino il cliente nel proprio viaggio. Tonalità delle terre punteggiate da alcuni accenti di colore intenso.
Legno in listoni per il pavimento, scuro, intenso, che corre per tutta la sala; il legno delle console , color del miele ad ammorbidire cromaticamente la loro forma volutamente squadrata; legno per il soffitto sbiancato (decappato); una scala di sfumature dallo scuro al chiaro per rendere leggera la copertura, il tutto passando per le pareti color sabbia in intonaco patinato alla veneziana.
Vetro e cristallo per i lumi che decorano il soffitto.
Marmi pregiati per il pavimento e il rivestimento dei bagni per ricercare un’atmosfera raffinata ed accogliente.
L’elemento base per l’illuminazione diffusa della sala è costituito dai collari di luce intorno ai pilastri che dovrebbero, come accennato prima, proiettare verso il soffitto una luce indiretta, intensa di giorno e più soffusa di sera, e una luce concentrata sulle console. Le sorgenti luminose occultate non saranno visibili.
Immaginiamo inoltre di poter incassare nel controsoffitto dei faretti orientabili e regolabili in intensità, anch’essi con la sorgente luminosa nascosta, che illuminino direttamente i singoli tavoli, come una moderna candela, cosicché, diminuendo l’intensità dall’illuminazione diffusa, si possa creare un’atmosfera più raccolta e isolare visivamente i vari gruppi di clienti. Si pensa anche che l’accensione e l’orientamento delle sorgenti possa essere controllata elettronicamente (domotica)
Proponiamo inoltre l’eventuale apertura di lucernari in copertura nella zona prospiciente la cantina in modo che, soprattutto in una condizione diurna, la luce sia diffusa in maniera più uniforme in tutto lo spazio della sala. Questi ultimi schermati da tende in maniera da rendere più soft la luce esterna.
Per finire la cantina la immaginiamo con un fondo illuminato dietro i portabottiglie, con led che illuminano le capsule e delle sospensioni che creino un’atmosfera morbida.
I lampadari della sala li consideriamo un elemento appartenente più all’aspetto scenografico che illuminotecnico.
Lo spazio esterno è parte integrante della proposta progettuale. Abbiamo immaginato che l’area a disposizione venga suddivisa in stanze verdi perché l’ambiente sia raccolto e privato, ognuno con il proprio affaccio privilegiato su uno scorcio di verde. Grande risalto assume la quinta boscosa di palazzo Brancaccio una grande scenografia naturale in cui passare una serata indimenticabile.
Pensiamo che il giardino debba mantenere le sue caratteristiche di naturalità, quindi cespugli curati ma non geometrici, e altezze diverse delle varie essenze. La sua illuminazione dovrà tener conto della grande quinta verde dello sfondo.